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Svuotare la tazza

Ricordo piuttosto chiaramente la mia prima lezione di Tai Chi Taoista. Pratico arti marziali da circa 10 anni. In precedenza, avevo anche fatto un po’ di Tai Chi Yang. Avevo la testa piena di nozioni. Volevo imparare il set, perché era questo l’aspetto dell’arte marziale che più mi piaceva.Durante la prima e la seconda lezione confrontavo e giudicavo. Ero sorpresa della velocità con cui venivano insegnati i movimenti. Ho pensato che dovessi essere “perfetta” in ogni movimento, prima di imparare il successivo. Non ero convinta del metodo di insegnamento 3-3-3. Si passava velocemente al movimento successivo, prima che si fosse pronti. Non ero convinta che i movimenti fossero “corretti”. Non mi fidavo di niente. La terza settimana è arrivata e siamo arrivati ​​alla sequenza dello spazzolare il ginocchio. L’istruttore ha chiesto alla classe di fare “vasche” di spazzolare il ginocchio. Per prima cosa, acquisire la forma del movimento. Dopo un po’ ha detto di concentrarsi sulla spinta dai piedi e alzarsi fin bene in alto. Quindi, dopo qualche altra vasca, sul assicurarci di aver fatto il passo ruotato. Quindi, mentre sei ancora concentrato su tutte le altre cose, sull’aprire davvero del tutto le braccia.La mia intera attenzione ora era concentrata sul corpo e su quel che stava facendo. Non riuscivo a tenere nella mente tutte le cose insieme. Non avevo mai, mai, lavorato su un movimento così profondamente. Mi ha dato una sensazione diversa. Se me l’avessi chiesto in quel momento, non avrei saputo descriverlo. Credo fosse un assaggio della sensazione di flusso, la sensazione di star fermi, in movimento. È in quel momento mi sono appassionata al Tai Chi Taoista.Ripensandoci, alla luce di quel che ho capito ora, posso vedere che ero arrivata al Tai Chi Taoista con una tazza molto piena. Lavorare sulla sequenza di spazzolare il ginocchio e dovermi concentrare così completamente, oltre a darmi un assaggio del feeling, per un momento mi ha svuotato la mente. Da allora, è stato un processo continuo, imparare a venire a una sessione o a un evento con la mia tazza ogni volta un po’ più vuota.La cultura occidentale valorizza più l’accumulo di nozioni, che lo sviluppo della comprensione. Come leader in formazione, ho dovuto lasciar andare l’idea di insegnare quello che “so” sul Taoist Tai Chi. Ho visto che portare avanti la mia “acquisizione di nozioni” ostacola la chiara trasmissione degli insegnamenti del Maestro Moy.Guardando indietro, posso anche vedere come imparare a valorizzare la comprensione rispetto alla conoscenza mi abbia reso una persona più aperta, anche in altri aspetti della mia vita. Ad esempio, senza i suoi insegnamenti, sospetto che avrei un rapporto difficile con mio figlio adolescente, invece che un rapporto (per lo più) facile, aperto e comunicativo. Quando era giovane gli facevo predoche con la mia “saggezza”, che facevano esplodere discussioni. Grazie alla mia formazione, sono stata in grado di riconoscere questo pattern e di sostituire il dare lezioni con l’ascoltare a tazza vuota ciò che lui ha da dirmi. Questo è molto facile da dire, ma è stato il lavoro di molti anni di pratica, e a volte ricado ancora nella trappola. Comunque ne è valsa la pena, perché il risultato è un’armonia preziosa in casa, anche con un 17enne!

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